Qualche tempo fa, ho tenuto un seminario presso l'Università di Oxford.
Il mio problema in quel momento era decidere quale argomento trattare per
parlare del wing chun. Ho scelto di parlare di due temi fondamentali: essere
pigri e sindrome di "oh, cacchio!".
Il wing chun è una storia semplice, ma semplice non significa facile!
I cinesi dicono che un uomo pigro è un uomo che senza dover lavorare
e preoccuparsi, riesce a mangiare tutti i giorni. Uno così è
in gamba, no? Bene, nel wing chun bisogna imparare a essere pigri. Pigro significa
muoversi nel modo più economico, facendo il minor sforzo possibile,
e per fare questo devi imparare a usare il tuo corpo in modo efficiente. In
fondo cosa significa difesa personale? Innanzi tutto difesa del proprio corpo!
Abbiamo un solo corpo e dobbiamo averne cura. Esempi dell'uso efficace del
corpo sono l'uso del pugno verticale e la posizione del cavallo della forma
siu nim tao, in cui tutte le giunture, dalla caviglia al polso, devono essere
unite, evitando il rischio di traumi alla colonna vertebrale. Praticando lentamente
la forma siu nim tao alleniamo la posizione del "cavallo" mantenendola
a lungo e impariamo a creare una struttura corporea che utilizza al meglio
il tronco, la parte più spessa e quindi forte del corpo umano. Così
ogni azione sfrutta al massimo la forza del corpo attraverso il "torchio"
della vita e del tronco. Se pratico siu nim tao alleno tutto contemporaneamente,
dalla posizione alla "molla" nelle spalle, alla precisione di ogni
tecnica. Allenare la siu nim tao crea una struttura nel corpo impostata tecnicamente
in modo corretto per essere pigri intelligenti, quindi economici. Con essa
ascolto il mio corpo e sento addirittura se questa mattina sono andato in
bagno o no!
Comprendere come essere pigri in modo furbo è un'altra cosa importante;
per questo mentre alleno il cavallo, un braccio esegue una tecnica sulla linea
centrale chiudendo il gomito, mentre l'altro allena la "molla".
Siu nim tao insegna a essere pigro e a risparmiare tempo, perché in
essa alleni più elementi contemporaneamente, il che aiuta sul piano
della consapevolezza.
Si sente dire che il wing chun sia un sistema che usa molto i colpi di gomito,
ma questo è un fraintendimento. In cantonese c'è un solo termine
che si usa per indicare le varie giunture e che è traducibile come
"gomito". In questo senso il wing chun allena tutti i "gomiti"
del corpo ad agire in modo coordinato. La parte più forte del braccio
è quella in cui l'arto si connette al tronco. Per questo il pugno dell'altro
braccio, quello che non colpisce, viene tenuto alto, per rinforzare questa
parte che è la vera molla del pugno. Il cavallo invece allena la molla
delle gambe. Imparare a chiudere i gomiti aiuta, attraverso un piccolo movimento
del braccio, a creare una deviazione efficace con il minimo sforzo, utilizzando
la linea centrale e una traiettoria diretta verso l'avversario.
Siu nim tao significa "la prima educazione di un giovane", a indicare
che si tratta dell'elemento più importante del sistema wing chun. Un
bambino impara più durante il primo anno che nel resto della sua vita.
Questo perché la sua è una mente vergine, pronta a guardare
alla realtà per quello che è. Questo è un messaggio applicabile
alla vita e diretto anche a chi pratica le arti marziali da tanto tempo: nelle
cose che ripeti ogni giorno, ogni volta devi ricominciare da capo, come fosse
la prima volta; dalla parte opposta bisogna imparare a trattare una cosa che
si affronta per la prima volta come se la si fosse sempre fatta. Altrimenti
rischi di perdere il tempo della tua vita correndo dietro alle tue ansie e
non facendo quello che devi.
I condizionamenti
Ognuno di noi è frutto di una serie infinita di condizionamenti. Il
primo condizionamento è a livello genetico, perché quello che
siamo deriva dalla fusione del patrimonio genetico dei nostri genitori. Nasciamo
in un certo modo che non possiamo cambiare.
Dopo la nascita inizia un condizionamento da parte del mondo esterno e dei
nostri genitori. Così, dentro di noi si formano i concetti di etichetta,
regole e regolamenti e finiamo per reagire all'etichetta, alle regole e ai
regolamenti e non alla realtà. "
.perché mi guardano
così male? Sto solo defecando all'angolo di una strada!"
Quando un animale si ammala, o muore o si autocura usando l'istinto, magari
mangiando certe sostanze o non mangiando affatto; va nel bosco e ne esce guarito.
Questa capacità istintiva è molto importante, ma noi non la
sfruttiamo. Siamo animali, ma animali non "naturali", con un cervello
troppo complesso. Noi tutti siamo condizionati a vincere ma non a perdere:
il disagio nella nostra esistenza nasce da questo. E' qualcosa di quasi inevitabile,
ma questo condizionamento non deve farci pensare in modo negativo: è
meglio cercare in ogni situazione i punti che sono utili per andare avanti.
Per questo uso siu nim tao: non condiziono me stesso a movimenti inutili,
non economici. Economia di movimento significa pigrizia intelligente, super
furbizia, un atteggiamento trasferibile alla vita. Perché devo rischiare
di perdere la mia vita a causa di condizionamenti stupidi?
Quale differenza passa fra un eroe e un idiota? Siamo in guerra e ti dico:
"Prendi questo pugnale e assalta la trincea del nemico! ", e tu
vai in mezzo al fuoco delle mitragliatrici. Se sopravvivi sei un eroe. Se
muori sei un idiota. E sarete d'accordo con me che in una situazione così
è molto facile diventare degli idioti morti. Qual è il guadagno?
Napoleone vuole attaccare Wellington e pensa: "Se lo attacco all'alba,
lo prenderò di sorpresa e perderò solo un quarto dei miei uomini."
Nello stesso momento Wellington pensa: "E se Napoleone mi volesse attaccare
domattina all'alba per prendermi di sorpresa? Lo anticiperò e così
perderò solo un quarto degli uomini." Così, al momento
dello scontro, qualsiasi cosa venga decisa da Napoleone e da Wellington, un
uguale numero di uomini perderà la vita. E' una vittoria questa?
Reagire alle provocazioni per difendere il proprio onore non è stupido?
Per imparare il wing chun devi imparare a essere un codardo. Se non puoi vincere,
scappa, perché se sopravvivi può capitare una possibilità
migliore di risolvere quella situazione, non se fai l'eroe.
Paura, sensibilità, difesa personale
Il sistema wing chun condiziona all'azione, non alla reazione: di fronte a
un attacco non reagisco all'attacco, ma attacco l'attacco.
Il modo per allenare questa attitudine passa solo attraverso la paura. Quando
alleni il chi sao stai allenando te stesso alla paura. Questa è quella
che chiamo sindrome di "oh, cacchio".
La nostra intelligenza blocca l'istinto e solo se riusciamo a trovare il giusto
equilibrio fra questi due elementi potremo sviluppare al massimo le nostre
potenzialità. I monaci l'avevano capito osservando gli animali: un
animale ferito è sotto stress e trova istintivamente le risorse per
guarirsi.
Prendi un uomo e mettilo in una situazione di stress da sopravvivenza; allora
userà intelligenza e istinto per uscirne vivo, facendo emergere il
genio che è in lui. Per questo i monaci iniziarono a elaborare i sistemi
di lotta.
C'è chi dice che il wing chun è nato per questo o quel motivo.
Ma come nasce il wing chun? Il wing chun nasce dall'osservazione della natura
e dalla ricerca interiore dei monaci, ma col tempo deve evolvere per forza
di cose. Oggi parlate italiano, non latino! Alcuni dicono che il sistema sia
nato a Shaolin per battere Shaolin. Non penso. Si dice che il wing chun venne
creato dalla monaca Shaolin Ng Mui, che secondo la tradizione fu una dei cinque
scampati all'incendio del monastero. Scampare alla morte in un incendio è
questione di fortuna, non di bravura. Per cui non è detto che questi
monaci fossero i migliori del monastero. Comunque sia, perché dei monaci
dovevano imparare a lottare? Qualcuno dice per difesa personale. Balle! I
monaci erano poveri e vivevano lontani dal mondo, che bisogno avevano di difendersi
da qualcuno? Essi svilupparono le arti marziali per lavorare sulle emozioni
come la paura, per aumentare il loro livello di consapevolezza.
Dobbiamo allenarci per essere codardi! Io mi sento male se penso a quanto
siamo ostacolati dalle domande tipo: "Chi sono? Cosa devo fare? Perché
sono qui?". Esse riflettono il nostro condizionamento alla paura, dovuto
alla società e alla religione. Perché la nostra specialità
è complicare le cose semplici.
Fare le cose semplici non è facile; l'espressione cinese per dire "Come
stai?", tradotta letteralmente, è: "Hai mangiato oggi? ".
Così un cinese non dirà: "Non mi piace ballare! ",
ma piuttosto: "Ho paura di ballare!".
Abbiamo troppa vergogna della paura e tuttavia essa può scatenare un
genio dentro di noi! Se non hai soldi e non hai da mangiare, ecco che arriva
la sindrome di "oh, cacchio!" e per sopravvivere cominci a sviluppare
tutte le tue potenzialità. Quindi usa la paura, è la tua migliore
amica.
Ebbene, il chi sao del wing chun non è lotta, ma allenamento di sensibilità
e paura! Lavorare sulle emozioni, e sulla paura in particolare, nel chi sao
è importante. Questo è un messaggio: devi buttarti in questo
lavoro. Perché felicità, tristezza e frustrazione sono dentro
di te. Io alleno chi sao stando a contatto, completamente di fronte all'avversario,
semplicemente perché questa è la peggiore situazione che ti
può capitare. Aspetto, poi parto all'ultimo istante usando la velocità
che viene sviluppata dalla paura. La tecnica dell'avversario sta arrivando
e... "oh, cacchio!", agisco quasi istantaneamente. Perché
la velocità non è governata solo da fattori fisici. La paura
e la sensibilità rendono efficace e veloce l'azione della struttura
corporea. In questo senso imparare molte tecniche senza capire l'emozione,
è pericoloso. E' come suonare solo con la tecnica: non c'è anima.
Il mio approccio all'allenamento si basa sul divertimento e sulla sensazione,
perché, da una parte se non mi diverto è meglio che vada a fare
qualcos'altro e dall'altra per l'importanza che ha la sensibilità.
Sensibilità è consapevolezza totale del mio corpo e di ciò
che mi circonda. Ne abbiamo un esempio nell'esercizio con una mano dan chi
sao, in cui alleno me stesso a partire sempre dopo lo stimolo del mio compagno.
Ma come faccio a lavorare sulla consapevolezza totale se penso solo alla lotta?
Certo, molti insegnanti dicono che il wing chun è un sistema efficace
per picchiare e io sono d'accordo: la lotta è molto importante, ma
è una parte infinitesimale del wing chun. E' stupido abbandonare una
ricerca più complessa del tipo che ho illustrato e che, oltre tutto,
è l'unica che ti permette di usare efficacemente il sistema.
Mi chiedo come facciano a capire le arti marziali i vari maestri che dicono ai
loro allievi: "Se l'avversario attacca così, allora tu fai questo
e quest'altro, oppure quelli che pubblicizzano i loro insegnamenti nei modi più
assurdi, tipo dirigibile con la scritta luminosa: "street fighting, street
grappling, street fuc" , parlando solo di rissa da strada.
Chi insegna a combattere nelle risse, insegna tecnica senza sensibilità.
Ma la tecnica in sé è vuota: ciò che la rende efficace
è un corretto lavoro sulla paura e sulla sensibilità. I vecchi
maestri avevano pochi allievi, ma oggi come fai a lavorare sulla sensibilità
e sulla paura se parli a cento persone solo di tecnica? Per questo non mi
piace insegnare a chi ha in mente solo la rissa. Anche se è molto facile
insegnare tante tecniche, parlare di rissa e allenarsi vestiti come i cinesi
di centocinquanta anni fa. Capire la semplicità del wing chun è
un'altra cosa.
La mia scuola e i miei punti dl vista
Bisogna essere onesti e schietti com'era il mio maestro, sifu Wong Shun Leung,
perciò io affermo che non sono un maestro, semplicemente perché
non ho ancora commesso tutti gli sbagli! Solo chi ha già commesso tutti
gli errori può insegnarti tutto e, di conseguenza, solo un uomo del
genere può essere un maestro.
Di solito si cerca di presentarsi al meglio possibile, ma io devo farmi conoscere
da chi ho di fronte per quello che sono, nel bene e nel male. Voglio essere
onesto come lo era sifu Wong Shun Leung. Ed egli alludeva sempre al fatto
che la vera disciplina è il lavoro personale che l'allievo fa su se
stesso;
"Sono le tue braccia... ", diceva. Se qualcuno viene da me e diventa
bravo nel wing chun, non è merito mio; allo stesso modo non è
colpa mia se un allievo rimane a un livello basso. Io posso solo mostrare
gli errori che ho commesso percorrendo la mia strada e chiedere a chi mi segue
di non ripeterli nel percorrere la sua.
Se attraverso quello che faccio andando per la mia strada, viene qualcosa
di buono per gli altri, bene. Andare avanti facendo quello che va fatto, senza
preoccuparsi di altro, neanche di èhi mi vede come un concorrente;
questo è zen. Butta via il passato e vai avanti. Ogni passo con furbizia,
senza preoccuparsi del futuro o del passato. Non mi lego al passato e non
mi preoccupo di guardare troppo in là nel futuro. Mangio quanto basta
e aspetto il momento della fine senza preoccuparmi.
Quando ero un bambino, giocando sono caduto da un albero. Mentre ero svenuto,
quasi morto, ho visto una bellissima spiaggia deserta. Non mi preoccupo della
mia morte. So che la mia spiaggia mi sta aspettando. Con questo mio atteggiamento,
oggi ho allievi negli Usa (a Los Angeles), in Spagna, in Germania, in Svezia
e in Italia. Durante l'ultimo anno, in Inghilterra ho poi creato due gruppi,
oltre al "Basement". Ogni gruppo è composto da 25 persone
al massimo e per ogni gruppo ho una lista di attesa, per cui se qualcuno di
un gruppo decide di andare via, lascia il posto ad altri. Caspita, però
sto già lavorando troppo col wing chun. Mi sto fregando da solo con
questa storia, non sono abbastanza pigro! Il tempo è la cosa più
importante. La vita stessa in fondo, è un lasso di tempo, per cui è
importante risparmiare e usare bene il nostro tempo, anche se non sto dicendo
di fare un lavoro di tre anni in tre minuti! Il wing chun è uno specchio
che puoi vedere solo tu, nel quale viene riflessa l'immagine di ciò
che sei veramente, nel bene e nel male.