Le tigri feroci dell'Hung Gar Kuen
L'Hung Gar Kuen è uno dei molti sistemi delle arti marziali cinesi che usa frasi poetiche per descrivere tecniche e posizioni.
Una serena luna si levò dietro un nebbiosa montagna: mentre la sua luce iniziò ad inondare piacevolmente la terra, una tigre, sola, spuntò da una caverna con un feroce ruggito, che echeggiò attraverso la cattedrale della montagna. Anche il cielo si trasformò in una confusa ombra di oscurità. Il raggelante ruggito penetrò la tranquillità di un monaco che passeggiava per la montagna: egli notò la feroce tigre che discendeva, muscolosa e tuttavia aggraziata, simile ad una gru che si libra in volo. Immediatamente si ricordò di una capra smarritasi nel campo, e in un attimo vide la tigre affamata afferrarla: ma prima di poterla divorare, essa fu messa in un angolo da un branco di lupi. La tigre feroce cominciò a colpire i lupi con una zampa e sopraffatto il capobranco, anche i rimanenti lupi si dispersero nella solitudine della notte. Il monaco vide la tigre ritornare alla sua preda: dopo averla consumata, si strofinò i baffi come un gatto che si pulisce il muso dopo un pasto, e come il “grande tuffatore” divenne di nuovo visibile in cielo, essa iniziò a risalire la montagna e sembrava che quasi la stesse spingendo indietro.
Il monaco rimase senza parole innanzi alla scena che si presentava ai suoi occhi: egli era stato testimone di un attacco selvaggio, tuttavia erano rimasti ancora frammenti di dignità e grazia in quell'azione feroce. Contemplò le risorse della tigre, e giunse alla conclusione che essa uccideva solo se affamata e combatteva solo se provocata, ma preferiva tuttavia la sua malinconica esistenza.
Questa narrazione consente spunti di osservazione nella maggior parte delle posizioni e dei modelli caratteristici della tigre, che si possono trovare all'interno del sistema di Hung Ga Kuen (“boxe della grande famiglia”), un ben rispettato sistema del sud della Cina o “mouh seuht” (wushu/abilità marziale), le cui radici ritroviamo nel ben conosciuto Sil Lum Ji (Shaolin/Tempio della giovane foresta). La maggior parte delle posizioni, delle tecniche e dei modelli possedevano, in origine, un nome poetico che svelasse le teorie e le caratteristiche spirituali trovate al suo interno: tali nomi erano spesso utilizzati per segretezza o per una forma più semplice da ricordare, o ancora perché i praticanti potevano esercitarsi in coppia 'oralmente' (ad esempio, chiamando un'azione “tecnica di pugni a mantice”/pugni rovesciati, l'altro rispondeva con 'nascondere un fiore all'interno della manica'/parata di palmo).
In origine la maggior parte dei sistemi cinesi di mouh seuth furono tramandati fisicamente (per imitazione, attraverso stampa, oralmente), per cui un efficace modo di ricordare fu l'utilizzo della poesia, che enfatizzava la relazione fra le parole, sia sulla base del suono che sull'impressione.
Tutte le culture hanno la loro poesia, e la utilizzano per vari propositi - dai rituali sacri agli insulti osceni -, ma essa viene generalmente impegnata in quelle espressioni e scritture che la esigono per l'accresciuta intensità di emozione, dignità di espressione, acutezza di meditazione (dal “Breve dizionario di Oxford di termini letterari”, di Chris Baldick).
Per lo più le frasi poetiche che descrivono una posizione vengono usate in maniera figurativa: alcune possono descrivere qualcosa ma significare, in realtà, qualcos'altro (“ottenere la luna” significa “afferrare i genitali”). Un altro utilizzo di sintassi poetica è nell'indicare una parola composta che indica una frase che identifica un oggetto senza nominarlo direttamente (come utilizzare “tigre” per descrivere un pugno).
Hung Ga Kuen è uno dei molti sistemi di abilità marziale cinese che si serve di frasi poetiche per descrivere tecniche e posizioni: per lo più le posizioni e i modelli utilizzano quattro caratteri per descriverli, e talvolta lo stesso modello può avere differenti nomi nell'ambito di stili differenti. Nell'arte del Taijiquan, per esempio, esiste una postura chiamata “la ragazza gentile lavora alla spola” che ha una postura corrispondente nell'Hung Ga Kuen detta “la doppia mano para e spacca”.
L'influenza della tigre nell'Hung Ga Kuen proviene dalla nascita del tempio della “giovane Foresta”, situato in Gau Lin Shan, nella provincia del Fukien, nel sud della Cina. Verso il 1790/1803 un mercante di tè, soprannominato Jyu fece ingresso nel tempio per ricevere asilo politico nel tempo in cui la Cina era occupata dai Manchu: egli venne accettato, e per un suo remoto interesse verso l'attività marziale gli venne consentito di imparare gli stili accessibili. Il suo allenamento fu supervisionato dall'abate del tempio in persona, Jee Sim. Il duro lavoro di Jyu impressionò l'abate al punto che decise di insegnargli personalmente 'la forma della tigre'.
In origine appartenevano alla conoscenza del tempio 18 posizioni note come Lohan shi ba shou (“le 18 mani di Arhat”), attribuite a Tamo (Bodhidarma 470/534 d.c.), così come Yi Jin Jing (“Libro della trasformazione dei tendini”) e loXi Shui Jing (“Libro per lavare il midollo delle ossa”). Pare che in seguito il primo imperatore Sung, Chao Kuang-Yin (Tai Zu 960/976) abbia portato le originali 18 posizioni in 32 forme di Chang chuan (boxe lunga) e in Liu ji Chuan (la boxe dei 6 passi). Un secolo più tardi, durante la dinastia Ming, (1368/1644), un monaco chiamato Chueh Yuan (Zhue Yuen) modificò ulteriormente il sistema, abbracciando 72 modelli: viaggiando poi da un capo all'altro della Cina, aggiunse ancora elementi alle sue teorie marziali ed ebbe anche la fortuna di incontrare due praticanti di mouh seuht, Li Ch'eng (Li Sou) e Pai Yu Feng (Bai Yu Feng), che lo accompagnarono indietro al Sil Lum Ji. A Pai Yu Feng è quindi attribuito di aver portato gli originali 72 modelli di Chueh Yuan a 170 (in alcune enumerazioni si configurano 128 forme), che vennero divisi in 5 stili o modelli degli animali: Fu (tigre), Paau (leopardo), Hohk (gru), Luhng (drago) e Seh (serpente). Anche Pai credeva che l'umanità abbia 5 importanti essenze: sahn (spirito), gwat (ossa), lihk (forza), hei (chi/energia vitale) e gan (tendini); pertanto i ng sang (5 animali) vennero escogitati come ausilio nello sviluppo delle 5 essenze. Da questa tradizione vennero insegnati a Jyu i principi della tigre per rafforzare le ossa: con la distruzione del tempio da parte dei Manchu, Jyu si avventurò verso la sua città natale di Fa, nella provincia del Kwantung: là aprì un Kwoon e decise di modificare il suo nome in Hung Hei Gung e utilizzare il nome di Hung Ga (Grande Famiglia), per rappresentare e descrivere il suo stile di combattimento che, tuttavia, stava ancora utilizzando teorie Sil Lum: ma essendo venuto a conoscenza che il governo Ching era alla ricerca dei patrioti Ming, che volevano rovesciare la dinastia Manchu, egli decise di utilizzare il soprannome del primo imperatore della dinastia Ming, Hung Mo Chu (Chu Yuan Chang, 1328/1398), di umili origini e un tempo prete buddista, divenuto imperatore del Regno di Mezzo e artefice della cacciata dei Mongoli (che come i Manchu erano stranieri in Cina) dal suo paese. Hung partì dalla sua conoscenza della teoria Sil Lum e sviluppò Gung Ji Fuk Fu Kuen ('addomesticare la tigre in un modello di pugno 'I'), che divenne la prima Fuen (forma/pugno) insegnata nell'Hung Ga; più tardi, con l'aiuto della moglie, Fong Wing Chun (senza nessuna relazione con Yim Wing Chun, fondatore del Wing Chun Kuen), portò a termine i rudimenti di Fu Hok Seung Ying Kuen (“la forma del doppio pugno della tigre e della gru”)
Fu Hok Seung Ying Kuen è una forma resa popolare da uno degli eroi più importanti della tradizione e del cinema del Sud della Cina, il leggendario Wong Fei-Hung, che sintetizzò Fu Hok Seung Ying Kuen in cui le espressioni della forza della tigre sono come conosciute come:
· Dan Fu waih yuht (“la tigre solitaria esce dalla caverna”)
· Maahng Fu haah saan (“la tigre feroce discende la montagna”)
· Gei Fu bouth yeung (“la tigre feroce afferra la capra”)
· Maahng Fu Pah Sa (“la tigre feroce batte la sabbia con le zampe”)
· Fu hak lohng (“la tigre sconfigge il lupo”)
· Hak Fu jow Faat (“Metodo d’artiglio della tigre nera”)
· Maahng Fu gik (“attacco della tigre feroce”)
Queste tecniche o posture hanno una corrispondenza nel nostro sistema di mouh seuht, dove sono presenti con nomi ed interpretazioni diverse. Quelli che seguono sono esercizi di allenamento appositi per creare la suprema potenza conservata nell'artiglio della tigre.
Per raggiungere risultati efficaci con le tecniche della tigre, un praticante deve sviluppare “forti artigli” e capire come generare potenza all'interno del corpo. Nell'abilità marziale cinese vi sono 4 comuni jaau (artigli): Fu (tigre), Ying (aquila), Luhng (drago), e Haih (granchio) e ognuno ha le sue proprie caratteristiche:
1. Fu, le dita sono aperte in fuori, e hanno la grandezza di una palla dura
2. Ying, le dita sono aperte e hanno la grandezza di una palla media
3. Luhng, le dita sono aperte e hanno la grandezza di una palla morbida
4. Haih, è simile alla grandezza della tigre con maggiore enfasi nel dito medio, indice e pollice (la grandezza degli artigli può variare nell'ambito degli stili)
Speciali esercizi sono necessari a sviluppare potenza, forza e velocità all'interno delle dita:
Per allenare gli artigli si comincia con i piegamenti delle dita: all'inizio con un numero limitato di ripetizioni, successivamente aumentando fino alla capacità massima di ciascuno. Se vi sono problemi nei piegamenti con le dita, si può iniziare ad eseguire i push-up con le ginocchia a contatto del suolo o mantenendo la posizione a braccia tese sulle dita. Alla fine, se il praticante sente di avere raggiunto un risultato soddisfacente, dovrebbe provare a rimuovere un dito alla volta fino all'uso esclusivo dei pollici.
I praticanti possono utilizzare un ampio assortimento di attrezzi di allenamento:
· Bastone corto: semplicemente roteando un bastone, sia in senso orario che antiorario, si svilupperà un polso flessibile, una forte presa e una rapida reazione. Si inizia con 21 rotazioni, aumentando fino a raggiungere risultati soddisfacenti.
· Bastone lungo: si mantiene il bastone dall'estremità parallelamente al suolo e lo si solleva fino ad ottenere un angolo di 90°, quindi si flette il braccio e lo si raddrizza orizzontalmente. Si inizia con 12 ripetizioni su entrambe le braccia, aumentando fino ad ottenere risultati soddisfacenti.
· Prese con la mano: sia con 'molle', sia con 'attrezzo divaricatore per l'artiglio dell'aquila', sia con afferramenti di palle di gommapiuma, ecc. Il lavoro di presa viene esercitato sia nella funzione di apertura che di chiusura. Spremere la presa stretta e contare fino a 12, quindi rilasciare. Aumentare la durata e le ripetizioni fino a raggiungere un risultato soddisfacente.
· Giare: all'inizio l'apertura della giara dovrebbe essere della grandezza dell'artiglio, in un secondo tempo si riempie la giara con sabbia, acqua o qualsiasi altra cosa che aggiunga peso. Sono molti gli esercizi che possono essere utilizzati con la giara, quello base consiste nel sollevarla orizzontalmente sostenendola per 12 secondi o più, in relazione al peso della giara o alla forza di ciascuno.
· Mattoni: il metodo base per allenarsi con un mattone consiste nel lasciarlo cadere per poi afferrarlo; oppure lasciarlo cadere mentre sta ruotando, per poi afferrarlo di nuovo.
Tutte le forme o posizioni della tigre possono essere eseguite come duhng hei gung (muovere e indirizzare la forza vitale): questo è simile al gioco dei 5 animali (una serie di esercizi di hei gung sviluppato nella dinastia Han, 206 a.c. - 220 d.c., dal famoso medico Hua Tao). Questi esercizi di Fu hei gung furono sviluppati per accrescere lo spirito e la forza della tigre: essi infatti insegnano al praticante la meccanica del corpo necessaria per eseguire le forme in tempo e circostanze reali. Attraverso gli esercizi il praticante riesce a vedere, sentire, ad avere il senso dell'apertura e della chiusura, ad affondare e a sollevarsi, e il suo corpo lo conduce a manifestazione di sviluppo di ging (jing/forza): lo sviluppo di ging non 'frustato' come nel Chen Taijiquan, ma più compatto, consistente, pieno. Il ging morbido ha un effetto di rimbalzo simile ad una frusta, ma il ging duro sviluppa energia quasi come una vera tigre, quando afferra e uccide la sua preda.
La tigre scende dalla montagna |
All'inizio il praticante mantiene la posizione di sei pihng mah (posizione del cavaliere), quindi solleva le sue braccia (palmi che guardano il viso), ruota il braccio verso destra e simultaneamente trasforma la posizione in un gung jin mah (posizione dell'arco e della freccia). Le braccia discendono mentre le mani si trasformano in artigli, il braccio destro è disteso al 90% e il sinistro al 70% (l'artiglio sinistro è vicino al gomito destro).
L’avversario
porta un PING-CHOI destro (pugno rovesciato) che l’autore afferra
con un LARP-SAU interno (mano che afferra) |
Quando l'artiglio scende, il praticante esegue un suono “uha”, che aiuta a sviluppare energia all'interno del corpo. La forma va ripetuta per 12 volte: all'inizio è bene praticarla lentamente, per aiutare i muscoli delle ginocchia, le spalle e i gomiti a scaldarsi. Attraverso un movimento lento, l' “hei” viaggia all'interno del corpo, soprattutto fino alle dita.
L’autore
ruota i piedi in NAU-Mah (cavallo avvitato) e afferra il tricipite dell’avversario. |
Inoltre l'esercizio apporta un forte radicamento della posizione: esso può essere eseguito velocemente per sviluppare ging. In origine l'esercizio era eseguito dalla parte destra poiché all'interno delle forme la posizione è svolta in quella maniera, ma il praticante dovrebbe eseguirla anche con la parte sinistra: la maggior parte delle tecniche venivano eseguite dal lato migliore e dal braccio più forte del combattente; si riteneva che fosse meglio essere abili e allenati dalla propria parte migliore piuttosto che essere ambidestri, quasi un suicidio in battaglia.
Infine
esegue un SOU sinistro (spazzata) alla gamba anteriore dell’avversario
e simultaneamente lo spinge all’indietro. |
Si credeva anche che ogni braccio avesse una mansione individuale da eseguire:
per esempio una mano per afferrare, l'altra per colpire. Oggi la maggior parte
dei praticanti di mouh seuht è spinto da motivazioni olistiche o artistiche
che incoraggiano l'essere equilibrati e ambidestri. In questo modo un praticante
sviluppa in modo agevole muscoli e circolazione di hei gung.
La
tigre solitaria esce dalla caverna |
Il praticante è con i piedi paralleli alla larghezza delle spalle. Quindi esegue un diu mah (cavallo con una gamba sospesa), comunemente chiamata “posizione del gatto”, e allo stesso tempo porta un artiglio di tigre orizzontale destro, mentre l'artiglio sinistro è caricato verso il bacino. L'attacco d'artiglio viene eseguito simultaneamente con la rotazione del bacino a sinistra a 45°. Va ripetuta sul lato opposto. La mano ad artiglio può colpire verso l'esterno o l'interno, in un movimento verso il basso. L'azione va ripetuta 12 volte da ciascun lato.
La
tigre affamata afferra la capra |
Il praticante mantiene la posizione del cavaliere, quindi il suo braccio destro si porta verso il bacino, mentre esso ruota e i piedi si portano in una posizione “gung jin mah”. Va eseguita con l'artiglio sinistro che viene disteso al 90%.
La
tigre che batte la sabbia con le zampe |
Il praticante è posto in una posizione con la destra avanti chut sing mah (“posizione delle sette stelle”), simile alla posizione del gatto, con la differenza che il tallone tocca il terreno e le dita sono sollevate. Mentre si abbassa il piede, entrambe le braccia si muovono in avanti per formare gli artigli.
Una teoria importante nell'eseguire questi esercizi è il tendere degli artigli, braccia e stomaco alla conclusione di ogni movimento, ed ha origine dal “classico del cambiamento dei muscoli”. La teoria isometrica della tigre insegna al praticante ad essere rilassato e teso soltanto al momento dell'impatto, per poi tornare ad uno stato di tranquillità.
Lo studente può anche praticare la sua posizione della tigre utilizzando con un partner gli esercizi di sensibilità , che ricordano il tui shou (tradotto erroneamente “spinta delle mani”) o il chi sao (mani appiccicose) del Taijiquan (quest'ultimo praticato in maniera enfatizzata nel Wing Chun). Gli esercizi insegnano al praticante come sentire, sviluppare e ri-dirigere energia.
La tigre che discende dalla montagna: entrambi i praticanti (A e B) mantengono una “posizione dell'arco e della freccia” destra e a contatto con i loro avambracci destri (palmi che guardano il loro viso). Un praticante (A) abbassa il braccio dell'altro (B), che lo neutralizza scivolando in una posizione del cavaliere. Quindi il praticante (B) solleva le sue braccia e ripete lo stesso movimento del compagno. L'esercizio va eseguito per almeno un minuto da entrambi i lati. Gli esercizi insegnano al praticante come sentire, sviluppare e ri-dirigere energia. Vi è anche un esercizio isometrico a due per sviluppare la presa, gli avambracci, la posizione e il “legare”.
La tigre che batte la sabbia con le zampe: i praticanti sono di fronte in una posizione gung jin mah e ciascuno afferra il polso dell'altro. Un praticante spinge mentre l'altro resiste, quindi l'altro praticante ripete lo stesso movimento. Da eseguire per almeno un minuto.
Arsenale della tigre: le maggiori posizioni/tecniche della tigre trovate all'interno della forma Fu hok seung ying kuen sono:
· La tigre solitaria esce dalla caverna
· La tigre feroce discende la montagna
· La tigre affamata afferra una capra
· La tigre feroce batte la sabbia con le zampe
All'interno della forma vi sono posizioni chiamate “della tigre” o che hanno l'impostazione ad artiglio, ma non lo sono realmente, ad esempio hauh yuh yau touh (“la scimmia ruba una pesca”) in cui la mano sinistra è ad artiglio e tiene un polso, e il gomito destro preme su un gomito. “La tigre affamata che afferra la capra”, “la tigre che sopraffà un lupo”, e le tecniche della 'tigre nera' sono le stesse posizioni illustrate nel libro “Fu Hok Seung Ying Kuen” di Lam Tsai Wing, pubblicato nel 1917: la sola differenza fra le tre è che “la tigre che sopraffà il lupo” viene seguita con una posizione gung jin mah sinistra e l'attacco della “tigre feroce” ha la stessa applicazione della “tigre feroce che batte la sabbia con le zampe”.
Le tecniche della tigre possono essere divise in tre sezioni: da (colpi), louh nah (afferrare e controllare) e syut (proiettare):
· DA: sono eseguite verso punti di pressione sul busto o al viso. Nell'ambito di questo elenco vi è anche il movimento di jaau (graffiare, afferrare)
· LOUH NAH: è diviso in fan gan (dividere i tendini, i muscoli), po gwat (rompere le ossa), dong sik (fermare il respiro), dong lok (fermare la circolazione delle vene e delle arterie) e chit hong (pressione sulle cavità) che vengono eseguite su gomiti, polsi, spalle, collo, braccia e gambe.
· SYUT: è diviso in sou (spazzate) e teui (spinte)
Come indica il titolo si userà una tigre (artiglio) che viene lanciato fuori dal bacino.
· DA: posizione con la sinistra avanti. L'avversario colpisce con un pugno a cui si risponde con un larp sao sinistro (mano che afferra) e allo stesso tempo con il palmo destro dell'artiglio (che viene chiamato “pugno di tigre”) “ying shuang” (pettorale superiore), shinchin (un pollice sopra l'arcata dell'occhio), bailiang (arcata dell'occhio), jiuwei (plesso solare) o zhongwan (stomaco superiore). Un'altra zona di impatto è il taichong (tra le prime due dita del piede), che può essere colpito con una posizione del gatto. Alla fine si può utilizzare la principale caratteristica della tigre, che è graffiare il viso.
· LOUH NAH: posizione con la sinistra avanti. L'avversario colpisce e si esegue un larp sao, e allo stesso tempo esercita pressione sul gomito; può essere utilizzato il palmo o il gomito. Un'altra tecnica consiste nell'afferrare 'binao' (esternamente al braccio) con un artiglio.
· SYUT: da una pressione sul gomito si può eseguire un nau mah (posizione del cavallo avvitata), quindi appena il braccio inizia a scivolare sopra, si preme sulla spalla. Con la rotazione e la pressione, l'avversario verrà portato a terra. Un'altra tecnica consiste nell'utilizzare la “posizione del gatto” per fare inciampare o spazzare mentre si sta colpendo.
Come implica il titolo, si utilizza un movimento discendente per prevalere.
· DA: con la posizione destra avanti, fermare o parare un pugno rovesciato opposto, quindi colpire al naso dell'avversario, mentre viene utilizzata la mano destra per controllare il suo braccio. La mano destra può scivolare su e colpire il viso, mentre la sinistra copre il braccio dell'avversario, nel caso egli colpisse con l'altra mano.
·
LOUH
NAH:
con la posizione destra avanti si ostacola o si para un pugno destro opposto,
quindi si afferra la mano destra e la si ruota. Quest'azione espone il
tricipite, che è possibile afferrare con un artiglio sinistro.
Si può inoltre agire sui punti di pressione attorno al gomito, o colpire, o
premere sul gomito.
· SYUT: mentre si penetra con le braccia è possibile far sbilanciare o spingere la schiena dell'avversario. Un'altra tecnica consiste nell'afferrare il tricipite e nel proiettare, quindi, l'avversario.
Come indica la posizione, la tigre sta afferrando o inghiottendo la sua preda (impadronirsi, catturare l'avversario). Ma questa tecnica ne nasconde un'altra, al suo interno, che è yih fu jihng luhng ('due tigri intrappolano un drago'): la postura viene eseguita nella posizione del cavaliere, la mano sinistra blocca il bacino e l'artiglio destro è sopra, completamente disteso.
· DA: il braccio sinistro può parare un calcio o un pugno, quindi colpire il pettorale superiore, il plesso solare, la parte superiore dello stomaco o i genitali con il palmo dell'artiglio.
· LOUH NAH: utilizzando l'elemento delle due tigri che intrappolano un drago, si raccoglie un calcio in arrivo, quindi si afferra il piede e lo si ruota. Un'altra tecnica consiste nel bloccare un pugno, afferrando la gola.
· SYUT: mentre si para, si può spingere l'avversario o colpirne il viso, quindi afferrarne i capelli, scagliandolo con violenza al suolo.
Questa è un'azione volta a graffiare verso l'esterno, ma può essere anche una spinta.
· DA: la tecnica è utilizzata nel colpire il pettorale superiore o nel graffiare il viso.
· LOUH NAH: è un afferramento del collo o geguan (sotto il fondo della scapola).
· SYUT: si può utilizzare una spinta o un urto/sbilanciamento. Un'altra possibilità sta nell'uncinare l'interno del ginocchio con il piede, spingendo indietro, nello stesso tempo.
*
Conclusione
L'immagine
della tigre è forte, nella cultura cinese: essa dimostra forza, coraggio e,
talvolta, temerarietà.
E' considerata il re di tutti gli animali e “il signore della montagna”.
Nell'antica Cina era ritenuta il dio della guerra, che assisteva gli eserciti degli imperatori e combatteva i demoni che minacciavano la morte. Ora, in natura la feroce tigre sta scomparendo in un'oscurità che non conosce la luce del mattino.
Testo di
Emilio GRASSO
Riferimenti
Bibliografici
Arnaldo
Ty Nunez, “The fierce tigers of Hung Gar Kuen”, “Inside Kung Fu”
Ottobre '95 CFW Enterprises
Buck Sam Kong, “Gung Gee Fook Fu - Taming the tiger”, ed. Martha Burr
Lam Tsai Wing, “Gung gee Fook Fu”, Tsong-her Pub.
Lam Tsai Wing, “Tid Sin Kune”, Tsong-her Pub.
Lam Tsai Wing, “Tiger/Crane book”, Tsong-her Pub.